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lunedì 25 febbraio 2013

Due tipi di uguaglianza

Due tipi di uguaglianza. Un ossimoro no? In effetti esiste una sola uguaglianza che sia vera uguaglianza, ovviamente. Ma quando poi si ha a che fare con certa gente.. insomma dai, i sinistri, quelli che non ne dicono una di giusta. Quando hai a che fare con quelli li, tutto è possibile, e in effetti non solo hanno una visione snaturata di quella che è l'uguaglianza, ma proprio perché sono imbastarditi con la loro filosofia, la loro uguaglianza è malleabile, piena di sfumature, cambia a seconda dell'occorrenza, del buonismo, insomma ognuno di loro ha una visione dell'uguaglianza propria.
Probabilmente qualche imbecille professore universitario italiano (e quindi beatamente comunista), riterrà addirittura giusto e normale che l'uguaglianza sia piena di sfumature, perché è un concetto umano. Io personalmente ho assistito ad una lezione universitaria dove si sosteneva che la morale è un concetto del tutto umano, e non fa parte del mondo in cui viviamo, di conseguenza ognuno può aver la propria, e non ce n'è una di giusta o sbagliata. E' sempre facile il mondo per i sinistri.. sempre modificabile a loro piacimento, tutto per loro deve andare nella direzione di facilitare il mondo. Ecco che spunta la normalizzazione dell'omosessualità negando che è un anormalità. Poi l'aborto, negando che se non altro è la soppressione di una futura vita. Poi l'uguaglianza, nella loro particolare concezione ovviamente.

Il loro concetto di uguaglianza non prende in considerazione ne il merito ne le differenze tra le persone. O meglio, le differenze le prendono in considerazione, ma le vogliono livellare, annullare. E' per questo che spesso io mi ritrovo a dire che se una persona di sinistra crede nell'uguaglianza, io che sono di destra credo nella differenza. Perché la differenza c'è, ed è anche auspicabile che ci sia (probabilmente ad un sinistro dovrei pure motivare questa affermazione, ma mi rifiuto).
La loro uguaglianza non è trattare le persone in modo uguale, ma rendere le persone uguali trattandole in modo diverso. Con una mentalità del genere si fa presto ad arrivare all'odio verso i ricchi o i potenti che da sempre li contraddistingue. Oppure alle quote rosa.. Il merito questo sconosciuto.
Ecco un immagine che rappresenta il pensiero di sinistra. Ovviamente tralasciando l'esempio nello specifico (è ovvio che è giusto che il bambino riesca a vedere la partita) bisogna ragionare sul significato. Tralasciamo pure che chi ha creato l'immagine ha scritto ugualianza invece di uguaglianza. Due volte. 
Qui la loro uguaglianza è chiamata giustizia per distinguerla dal normale senso dell'uguaglianza. Insomma, l'immagine dice chiaramente: la giustizia non è trattare le persone in modo uguale ma renderle uguali. L'immagine a sinistra esprime diversità tra le persone e uguaglianza nel trattamento. L'immagine di destra, al contrario, diversità nel trattamento per rendere uguali le persone; il fatto che questa venga chiamata giustizia ha poca importanza, esprime il loro concetto di uguaglianza perché la giustizia è un derivato di come si percepisce il concetto di uguaglianza:
Per loro la giustizia è rendere uguali le persone.
Per me la giustizia è trattare in modo uguale le persone (prima immagine).
Il loro modo di ragionare, il loro concetto di uguaglianza, portato nella vita di tutti i giorni si dimostra totalmente sbagliato perché muore il merito. Questo è ovvio penso. Prima menzionavo le quote rosa: cioè nel tentativo di trattare da pari le donne si mette una quota percentuale minima per far entrare le donne in un azienda/consiglio comunale/altro, ciò va a discapito del merito. Tra l'altro chi non bada al merito e mette la donna in un posto per via delle quote rosa non è ben più maschilista di chi bada al merito e magari sceglie solo membri maschi per un determinato gruppo?
Non solo muore il merito, ma questo modo di percepire l'uguaglianza porta anche alla deriva etica a cui assistiamo di questi tempi nel mondo occidentale, ad esempio viene concessa l'adozione ai gay per dare un figlio a chi un figlio non lo può avere.

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